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Frammenti Tasselli di vite anonime incastrati a comporre il mosaico di un' anima e di un Paese in bilico In scena Le fiabe sovietiche di Shukshin tra ironia e sradicamento A dar voce e corpo ai personaggi, un gruppo di talentuosi attori, tra cui Yevgeny Mironov

La Russia di legno e la Russia di cemento, vita di campagna e vita di città, valori di una volta e nuovi cinismi… Frammenti di realtà contigue e lontanissime, di amori e disamori, verità e menzogne, solitudini e follie. È il piccolo mondo antico e moderno di Vasily Shukshin, scrittore, regista e attore siberiano in voga ai tempi di Breznev, quando la Russia si chiamava Urss. Fabulatore ironico e un po' disperato di una quotidianità banale e straordinaria, Shukshin è stato anche autore facondo di film il cui filo rosso è la perdita dei legami familiari, lo sradicamento, gli oscuri disegni di un destino bizzarro. Film popolarissimi, che hanno segnato l' immaginario di Alvis Hermanis, regista lettone, fondatore del Nuovo Teatro di Riga. Che, per il suo primo spettacolo russo, con il Teatro delle Nazioni di Mosca, ha scelto di portare in scena proprio queste “Shukshin' s Stories“. Stasera e domani di scena in prima nazionale al Franco Parenti (in lingua russa con sovratotitoli italiani) nel bel ciclo “Dentro l' anima russa”. Dieci episodi un po' crudeli e surreali, protagonisti quella gente comune, semplice, poetica, struggente e pasticciona che Hermanis definisce: „I veri russi”. I cui sospiri, sussulti di cuore, ansie e tormenti somigliano però a quelli di tutti noi. E così ci si imbatte nel giovane che, a prima vista, decide di sposare una bella ragazza fidanzata però con un altro…. Nel figlio che, ormai inurbato nella megalopoli, torna a trovare la famiglia e si scopre estraneo. E il poveraccio che vuol comprare un paio di stivali per la moglie malata… E il detenuto che fugge di prigione alla vigilia della scarcerazione perché non può sopportare neanche un giorno in più dietro quelle sbarre…

Tasselli di vite anonime, incastrati a comporre il mosaico di un' anima e un Paese incerti tra essere e divenire, tradizione e cambiamento. A dar loro voce e corpo un gruppo di giovani e talentuosi attori tra cui il grande Yevgeny Mironov, già protagonista de “Il giardino dei ciliegi“ di Nekrosius e dell' „Orestea” di Peter Stein. A far da sfondo le immagini di Srostki, il villaggio natale di Shukshin, al confine con il Kazakistan. Paesaggi aspri, volti di gente antica. Hermanis e la fotografa Monika Pormale si sono spinti fin lì per far arrivare fino a noi la suggestione di quel luogo e quel tempo perduto. Giuseppina Manin RIPRODUZIONE RISERVATA Stasera e domani sera al Franco Parenti, via Pierlombardo 14, ore 19.30, 10-40 euro